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Descrizione

Iniziamo con l'assaggio di benvenuto, la giusta pausa è di fronte a un tarallo "nzogna e pepe" (sugna e pepe), accompagnato da un buon bicchiere di vino della nostra regione (Campania). Completata la prima sosta, lasciandoci alle spalle Piazza Dante non possiamo non notare di essere stati portati indietro nel tempo, vivendo a pieno quella che è la quotidianità e la vivacità del popolo napoletano. A questo punto siamo pronti per l'antipasto e non può non essere fatto con l'assaggio della frittatina 'e maccarun (frittatina di pasta), croccante e succulenta messa sempre in bella mostra all'interno delle vetrine delle friggitorie. Passeggiando tra i vicoli, tra palazzi storici e botteghe artigiane bisogna fare posto, e questa volta seduti e rilassati, ad un altro prodotto della cucina napoletana, quello della domenica per intenderci...'o Rraù (Ragù napoletano), che guai se non ha "pippiato" abbastanza. Cioè sobollito in modo impercettibile per almeno 24 ore.Riprendendo il nostro percorso "non ancora sazi", andremo alla scoperta del simbolo della nostra tradizione di cibo di strada. Dal napoletano O' cuoppo (involucro di carta), contenitore di piccoli prodotti fritti dell'antica cucina tradizionale napoletana, rappresentata in molti quadri e stampe dell'800.Il nostro arrivederci è con l'immancabile dolce, a partire dalla sfogliatella, soffice o croccante ma sempre dal ripieno ricco e gustoso che trova origine in un monastero del centro storico nel lontano 1600 e che resta, ancora oggi, insieme al babà e la pastiera, uno dei capolavori dell'arte pasticcera napoletana da abbinare ad un immancabile caffè.